Come superare un dolore

Nessuno è immune! Impariamo a vivere la sofferenza nel modo migliore per noi.

Un dolore arriva all’improvviso o si fa strada lentamente, può essere fortissimo e accecante o profondo e piegarci in due. Può nascere per una perdita, un lutto, un abbandono, una malattia, ma anche in seguito a un tradimento, un litigio eccessivamente aspro, una delusione o per qualcosa che tocca le corde più profonde del nostro essere. È universale!

Tutti prima o poi proviamo un dolore e siamo chiamati ad affrontarlo. Quello che fa la differenza è come lo viviamo e cerchiamo di superarlo. Ognuno di noi, infatti, mette in campo gli strumenti che ha a disposizione per farvi fronte e provare a lasciarselo alle spalle, ma se non lo sappiamo accogliere, con tutto quello che porta con sé, rischiamo di rimanerne schiacciati, che non ci lasci mai o che inaspettatamente torni a galla, togliendoci il fiato.

IL DOLORE È…

… naturale
Si usa dire che non ci accade nulla che non siamo in grado di sopportare; e in un certo senso è davvero così. E questo, oltre a rivelarsi consolatorio, è un ottimo punto di partenza. Esserne consapevoli, infatti, ci dà la forza per non soccombere. Quando un dolore ci colpisce il respiro diventa corto, la vista si annebbia, le gambe cedono, la notte diventa in incubo, il tempo si ferma e tutto intorno a noi perde di senso e significato, non avvertiamo più la fame e tendiamo a non prenderci cura di noi. È una reazione istintiva e comprensibile ed è importante agirla perché solo se ci concediamo di passarci dentro riusciremo, piano a piano, a venirne fuori.

… come un’onda

Se chiudiamo gli occhi e riportiamo alla mente un momento di dolore, avremo la sensazione che sia proprio come un’onda… arriva da lontano, cresce mano a mano che si avvicina e ci travolge con tutta la sua forza. Noi, il più delle volte, la sentiamo arrivare, ma rimaniamo impietriti lasciando che ci travolga. Ma abbiamo anche un’altra possibilità che è quella di cavalcarla! E da quella posizione sappiamo bene che, piano piano, l’onda perderà la sua forza e si infrangerà sulla spiaggia. Depositandoci lì.
Conserva questa immagine e rievocala con la mente, ogni volta che ne senti il bisogno.

… un posto comodo
Quando avvertiamo una sofferenza non dobbiamo temerla, ma guardarla e stare con lei. Starle accanto, starle dentro. Sentirla con tutte le fibre del nostro corpo e del nostro cuore. Solo così, accomodandoci lì per un po’ e permettendole di svolgere la sua funzione che è quella di fermarci e farci entrare in contatto anche con altri lati di noi. Così, anche nei momenti più bui, riusciremo a vedere oltre, a percepire la speranza che il dolore allenterà la sua morsa.

… darsi tempo
La sofferenza è difficile da gestire sia da parte nostra sia da parte delle persone che ci sono accanto. Per questo capita spesso di volerci rimettere subito in piedi, mostrandoci resistenti, sicure, tutte d’un pezzo e sorridenti perché gli altri non si preoccupino o di farlo perché proprio chi abbiamo intorno ci incita a risollevarci e a reagire. Ma tutto ha un tempo. E lo sappiamo bene. Non recitiamo il ruolo della persona forte, indossando la maschera del “va tutto bene” se dentro di noi avvertiamo la tempesta. Non sforziamoci di fare finta che non stia succedendo nulla, mantenendo intatta la routine e il rispetto degli impegni, se il nostro bisogno è un altro. Abbiamo il diritto di mandare all’aria tutto, se ci serve. Poi rimetteremo le cose a posto, nel modo e con il ritmo che sentiamo più affine e giusto per noi. Solo così sarà possibile tornare a stare bene.

… saper cogliere quella “puntino” di felicità
Un’ultima considerazione, e probabilmente quella che più di tutte è la molla del cambiamento, è sapere che quando abbiamo a che fare con un dolore “non è tutto dolore”. Anche nel momento più buio della nostra vita, di qualsiasi cosa si tratti, è presente anche la gioia. Se ci limitiamo a pensarlo ci sembra impossibile, ecco perché dobbiamo affidarci alle sensazioni e alle emozioni e non soffocarle. Anche in mezzo a un fiume di lacrime o quando tutto ci sembra perduto o finito, proprio in quel momento spostiamo lo sguardo un po’ più in là per cercare quel qualcosa che ci fa stare bene e soddisfa un nostro bisogno, qualcosa che ci infonde calma e tranquillità come una musica, un cibo, un luogo, un film, un libro o il messaggio di un’amica. Quando un sorriso farà capolino in modo spontaneo sul nostro viso, sapremo che stiamo uscendo dal nostro dolore e siamo pronte ad andare avanti sulla nostra strada.   

Se lo desideri scrivimi per raccontarmi come ti senti e, se hai sperimentato i miei suggerimenti, per farmi sapere com’è andata.

La cassetta degli attrezzi

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Francesca Testi

Mi chiamo Francesca Testi e vivo a Milano. Psicologa, counselor e formatrice, da quasi venti anni mi occupo di benessere emotivo in ambito individuale, familiare e professionale. Ti aiuto a diventare protagonista della tua vita, riscoprendo la persona che sei, e a esprimere, senza timori, ciò che pensi e che provi.