Quando mangiare dopo cena diventa una (pesante) consolazione

Stanchezza, insoddisfazione, emozioni inespresse: ecco cosa ci spinge a spiluccare ogni sera

}
1 Maggio 2024

Hai cenato, hai sistemato la tavola, ti sei occupata delle cose di casa e di famiglia e, finalmente, ti siedi. In questo momento per te, in cui sei sola con te stessa, a luci soffuse, davanti alla tv o mentre guardi lo smartphone o leggi un libro avverti quella sensazione di… languorino. Così parte la caccia a un cioccolatino, a un pacchetto di crackers, a tre caramelle, o due cucchiai di gelato, o a un paio di biscotti.
È un piccolo extra che poco o nulla influisce sul peso e che per questo tendiamo a considerare una piacevole abitudine, fino a quando una sera, all’improvviso, avvertiamo una sgradevole sensazione di disagio soprattutto nell’accorgerci che stiamo mangiucchiando, pur non sentendone il desiderio. Di colpo ci sentiamo appesantite, deboli, sbagliate, in colpa e determinate a non farlo più.
Ma può davvero bastare un biscotto o un piccolo snack a farci stare così? La risposta è no. C’è di più ed è arrivato il momento di scoprire cosa si nasconde dietro questo comportamento molto diffuso.

COME SI PRESENTA

Hai imparato a riconoscere i segnali. Lo “sgarro” si affaccia prima nella mente, sottoforma di pensiero e spinge la tua attenzione alla dispensa dei dolci, al gelato in freezer, alla scatola delle caramelle. Poi lo avverti nel corpo proprio come fame. Sei (apparentemente) tranquilla e così ti concedi il tuo spuntino serale. Una sera, poi un’altra, la seguente e ancora la successiva e quella dopo ancora, quando la giornata finisce e prima di andare a dormire l’appuntamento con un piccolo snack sembra essere diventato irrinunciabile. Ma, non ti spieghi come mai, questo non ti appaga più, o come dovrebbe, soprattutto perché ti sei accorta che lo fai anche quando non ne hai davvero voglia e potresti farne a meno, ma se rinunci ti sembra che manchi qualcosa e che la giornata non sia completa.

IL CUORE DELLA QUESTIONE

Le due parole chiave sono desiderio e necessità. Se da un lato avvertire la voglia di chiudere il pasto con qualcosa di appagante è comune a molti, sentirlo come un bisogno che se non soddisfatto ci inquieta è un comportamento che deve essere guardato e compreso. Già, perché ci sta comunicando qualcosa.
Forse che stiamo attraversando un momento difficile e doloroso? Di cambiamento? O che stiamo vivendo giornate sempre uguali? Che siamo insoddisfatte al lavoro? O non appagate in una relazione importante? Che non viviamo fino in fondo e così la nostra energia ristagna? Che ci manca qualcosa che prende la forma di “buco” allo stomaco che dobbiamo riempire in un modo o nell’altro? Che siamo stanche e abbiamo bisogno di una carica che fuori di noi non riusciamo a trovare? Che la passione o il desiderio non trovano altro spazio che nel cibo, rapido, comodo e confortevole?

Perché accade di sera – Come già accennato, le ore serali sono quelle della fine del giorno in cui il ritmo rallenta, si fanno strada il buio e il silenzio, ci si prepara alla notte e al sonno e… i nodi vengono a galla. Ed è anche un tempo, spesso inconsapevole, di bilanci: ti chiedi come hai vissuto la giornata, cosa hai detto o non detto, fatto o non fatto, se hai portato a termine i tuoi compiti o ci sono cose in sospeso che non hai voluto affrontare, cosa è accaduto di bello e di gratificante e cosa è sempre tutto uguale, prevedibile, grigio e piatto. Ed è proprio in questi momenti che può affacciarsi l’impulso di mettere a tacere queste considerazioni pesanti con un “pezzo” di dolcezza.

IL CAMBIO DI PROSPETTIVA

  1. Al bando critiche e giudizi – Più ti sgridi e ti ripeti che sei sbagliata, incapace, golosa, senza forza di volontà più ti senti in colpa e più ricadi nello stesso comportamento che non fa altro che confermare i giudizi negativi che esprimi su di te. Impara a guardare, proprio con la dolcezza che cerchi fuori di te questo tuo lato fragile e debole che oggi si sta manifestando così. E attenzione, fragile e debole non perché cedi alla tentazione di uno snack fuori orario, ma perché ha bisogno di essere trattato con cura e te lo sta chiedendo a gran voce, come può.
  2. Fai entrare il piacere nella tua giornata – Osserva la tua giornata: quante cose belle, anche minime, sono presenti e riconosci nell’arco del giorno? Forse poche o, addirittura, nessuna. Eppure sono tanti i gesti e i pensieri piacevoli e “gustosi” che possono farti sentire bene e appagata: una camminata all’aria aperta, sfogliare la tua rivista preferita, telefonare a un’amica, disegnare, riordinare un cassetto, una seduta dal parrucchiere o programmare un’uscita… Anche questo può nutrire il tuo mondo interiore. Trova le tue azioni di piacere e inseriscine, sempre, almeno una ogni giorno. Poi osserva cosa accade dentro di te e come ti senti.
  3. Ascolta il corpo – Quando avverti questa particolare forma di fame serale, ripensa ai tuoi pranzi: dalla colazione alla cena. Potresti aver mangiato poco? A volte, capita, senza accorgersene: un caffè e via, un pranzo veloce perché il lavoro incombe e una cena leggera per rimanere in forma. Già, ma se non mangi bene è naturale e comprensibile avere fame quando ti fermi e ti rilassi. Quindi, ricordati di mangiare a ogni pasto in modo corretto e bilanciato per evitare di avvertire languori fuori orario.
  4. E se proprio non ce la fai?Accetta questo momento di vita che stai attraversando per come si presenta con attenzione e consapevolezza, senza eccessiva durezza. Riconoscerlo è già il primo passo perché questo comportamento, ormai venuto alla luce, si trasformi nel tempo e lentamente svanisca. Puoi adottare un piccolo stratagemma: prepara e tieni a portata di mano qualcosa che puoi sgranocchiare senza eccessi, come crackers di mais, mezzo avocado o mezza banana, due quadratini di cioccolato fondente, yogurt magro spolverato di cannella o arricchito con qualche frutto di bosco, una manciata di semi (zucca o girasole) o quattro noci o una decina di mandorle, anacardi o pistacchi.
    Assapora il tuo snack con lentezza e goditi la sensazione che ti procura, senza sentirti in colpa. Imparerai così a riconoscere anche i momenti in cui puoi farne a meno, senza sforzo.

 
Se lo desideri scrivimi per raccontarmi come ti senti, se sono emersi spunti di riflessioni e, se hai sperimentato i miei suggerimenti, per farmi sapere com’è andata.

La cassetta degli attrezzi

E adesso… passa all’azione: ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER!

Riceverai spunti di riflessione, indicazioni e strumenti utili per creare la tua personalissima “cassetta degli attrezzi” e poter costruire, giorno dopo giorno, chi vuoi essere!

Francesca Testi

Mi chiamo Francesca Testi e vivo a Milano. Psicologa, counselor e formatrice, da quasi venti anni mi occupo di benessere emotivo in ambito individuale, familiare e professionale. Ti aiuto a diventare protagonista della tua vita, riscoprendo la persona che sei, e a esprimere, senza timori, ciò che pensi e che provi.